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venerdì 5 marzo 2010




Oggi a parlare è lo scenografo della pellicola, Rick Carter. Carter ha curato negli anni le scenografie di pellicole come Jurassic Park, Forrest Gump, Polar Express, La guerra dei mondi e il futuro Sucker Punch, di Zach Snyder. In una intervista al quotidiano Variety, ha parlato del suo lavoro in Avatar ed in particolare della collaborazione con il regista James Cameron, poi ha spiegato come è stata riprodotta la foresta tropicale del pianeta Pandora:

Era come se Jim fosse stato veramente in quel luogo. Come se fosse tornato e avesse dei ricordi e delle immagini da riferirci, il problema è che noi poi dovevamo ingegnarci per trovare il modo di portare in vita queste immagini per lui, e nel contempo mostrarle agli spettatori in un modo che fosse comprensibile. Abbiamo creato una foresta tropicale di dimensioni immense, fuori scala rispetto a qualsiasi luogo dove eravamo stati. Questa foresta ha degli elementi alieni che fanno sì che non sembri un semplice mucchio di fiori strani inseriti in un ambiente normale. L’essenza stessa di questa foresta è estranea alla Terra: l’idea di un mondo che di notte diviene bio-luminescente è qualcosa che James aveva visto solamente sott’acqua, quando svolse le ricerche durante il periodo di Titanic. Quella bioluminescenza è una sorta di “sistema nervoso” del Pianeta Pandora, è quello da cui dipende tutto il film, mano a mano che allo stupore si sostituisce l’approfondimento della cultura Na’Vi e la scoperta del dramma che inizia a emergere tra loro e il complesso industriale/militare che intende devastare questo mondo…

Carter si è soffermato inoltre sull’importanza del digitale in questa pellicola ( già definita come un entusiasmante esperienza 3D) e del lavoro di uno scenografo in un film del genere, lavoro che avviene si in fase di pre-produzione che di post-produzione:

Avatar è un film dove forma e contenuto procedono di pari passo. Possiamo davvero relazionarci a questo immaginario digitale in una maniera che non solo crea sospensione d’incredulità, ma ci porta anche a immergerci totalmente in questo mondo. Con l’introduzione delle immagini digitali, si è evoluta incredibilmente l’abilità nel creare mondo molto lontani rispetto a quelli che creavamo un tempo. pre-produzione e post-produzione, hanno collaborato sin dall’inizio a creare il look del film, soprattutto per quegli aspetti che prima d’ora non erano mai stati fatti. In particolare Bob Stromberg, [già supervisore agli effetti visivi di Pirati dei Caraibi, qui scenografo a tutti gli effetti], che è stato fondamentale nel progettare buona parte dell’ecosistema del pianeta Pandora. Mi è sembrato naturale dividere con lui il credito di scenografo, anche se è un evento raro. Credo sia l’unico modo di procedere con questo tipo di lavori. La nostra battuta tipica era che stavamo costruendo l’aereo metre era in volo.

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