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venerdì 5 marzo 2010

Mauro Fiore




Il figlio orgoglioso di un muratore cosentino candidato agli Oscar ad Hollywood
E’ candidato agli Oscar, il giovane Direttore della fotografia di Avatar, Mauro Fiore. E’ calabrese ed è l’orgoglio del padre che piangendo dice: “io sono solo un semplice muratore!”e si commuove di quanto sia riuscito ad ottenere il figlio, partendo dal nulla, pronto a rischiare e a fare la gavetta in un settore poco conosciuto.
Figlio di immigrati, la sua fortuna è l’emblema di una speranza inaspettata che diviene motivo di soddisfazione, riscatto ed orgoglio per una generazione, quella degli immigrati meridionali del ‘70, che conosce profondamente il significato dell’impossibile, dell’irrealizzabile.
Mauro Fiore tiene a sottolineare che non l’ha fatto per il successo. Solo per passione. Quasi volesse affermare di non aver mai voluto tradire le origini umili dei suoi genitori. Quasi volesse dire: se mi sono allontanato tanto, non è per la paura del sacrificio che mi avete insegnato.
Da Marzi, piccolo centro in provincia di Cosenza, Mauro Fiore si è trasferito negli U.S.A. e si è costruito una carriera invidiabile, iniziando come elettricista, senza però demordere ed inseguendo il suo sogno.
Dopo gli studi al Columbia College, entrò come elettricista nel team di Schindeler’s List, poi, i primi lavori nelle produzioni di Roger Corman e i primi lavori in “Lost souls” di Kaminsk e, come seconda unità del direttore della fotografia, in pellicole come “Jurassic park: Il mondo perduto” e “Armageddon. Giudizio finale”. Membro della “Society of cinematographers”, Mauro Fiore ha curato la fotografia di pellicole importanti: “Training Day”, “The center of the world”, “L’ultima alba”, “Smokin’ Aces”, “The Kingdom”, fino ad Avatar- il colossal di James Cameroon che entrerà nella storia come il film più costoso del nostro tempo.
Il capolavoro americano porta in sè l'orgoglio calabrese. Come spesso avviene, l’America offre le potenzialità per avverare il proprio sogno agli italiani e noi ricambiamo prestandole il nostro genio.

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